Mulini

Organizza la tua visita didattica al mulino, un viaggio nella storia alla scoperta di antichi sapori, colori e odori.

Antico Mulino ad acqua

I campi del Mulino e del podere Cannavina, sin dagli inizi del ‘700, appartenevano ai signori Bencivenga, vecchia famiglia di giureconsulti che hanno governato per oltre quattro secoli, per conto dei feudatari, il Feudo di Alvignano e Dragoni. Il Mulino idraulico a palmenti è stato costruito dalla omonima famiglia Bencivenga nel 700, ad opera di maestri dell’arte molitoria provenienti dal nord mitteleuropeo. L’opera, inusuale per il territorio, richiese un grande lavoro d’ingegneria idraulica. 

La deviazione portava l’acqua tramite un canale “di presa” scavato nel tufo, lungo oltre 200 metri, in un bacino di accumulo, chiamato “Refota”. La Refota alimentava due pozzi, con il fondo inclinato, e al punto più basso, tramite una saracinesca comandavano l’uscita dell’acqua in pressione per fare girare le eliche ad asse verticale dei due palmenti in pietra macinando il grano che il vecchio mugnaio faceva arrivare in una tramoggia. Sul fiume Rivo Tella, fu costruita una traversa “Diga di Stramazzo” che costringeva l’acqua ad una deviazione e un salto di oltre 4 metri.

Storia dell'Antico Mulino ad acqua

I campi del Mulino e del podere Cannavina, appartenevano ai signori Bencivenga, vecchia famiglia di giureconsulti, governatori per oltre quattro secoli del feudo di Alvignano e Dragoni. A fine 700, affidarono a maestri dell’arte molitoria provenienti dal nord mitteleuropeo, la costruzione di mulino idraulico a palmenti sul fiume rivo Tella. Nel 2015 ad opera dei nuovi proprietari, l’antico mulino è stato recuperato e ristrutturato insieme alla casa del mugnaio senza alterare le strutture e la loro funzionalità

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Nuovo Mulino con macine a pietra

Nel 1975, l’ultimo mugnaio, “Ntonino”, lascia il vecchio Mulino Bencivenga e si trasferisce a poco distanza dove continua l’attività di mugnaio.
Nel 2015, gli attuali proprietari del Mulino Bencivenga, la famiglia Di Guglielmo, acquista le vecchie macchine molitorie dalla vedova di “Ntonino”, e con altre, fa costruire un impianto molitorio completo di , uno svecciatore/pulitore, due macine a pietra, un laminatoio, e un plansichter tutte della famosa fabbrica Baldeschi e Sandreani. L’impianto è stato allocato in un nuovo opificio a poca distanza dal vecchio mulino dove si producono le farine del nuovo Mulino Bencivenga